
It featured in the latest edition of Milan fashion tradeshow event White the fashion show of Fabio Quaranta which has presented the Spring/Summer 2014 collection he made where it shined and has successfully concreted the idea of democratization of male elegance, considering the fashion show and the creations. There is a return to the paradigm asserted yesterday by Vivienne Westwood concerning the rich who should seems like the poor and the poor who should seem like a rich, a revolutionary idea living again in the creativity of Fabio Quaranta. A thinking elegance of whose the models he used for his fashion show are bringers, creatives artists, more or less young, under the sign of an unusual charme and uniqueness as the artists Zaelia Bishop, Emiliano Maggi, the photographer Angelo Cricchi and many others, celebrating the asymmetries of beauty, subverting the mainstream idea of beauty and evidencing a well made item can be worn by everyone.

A harmony between the world of ideas, the project and its result: outfits under the sign of deconstruction, fluidity and comfort, evoking the uniforms worn by the Japan working class – workmen, painters, bricklayers -, country where it exists a great, solemn concept and semiotic of dignity and elegance; the coveralls, a leitmotiv of Fabio, presented also in female white colored version as well as a fluid deconstructed suit and a palette of color including air-blue, ocher, green, grey, red, black and white. A fashion show, a tale which has not easily understandable – or rather as I imagine has misunderstood, considering the contemporary “cultural background” which exists inside out the fashion scene -, I celebrate.
WHITE: LA DEMOCRATIZZAZIONE DELL’ ELEGANZA MASCHILE DI FABIO QUARANTA

È stata protagonista dell’ ultima edizione dell’ evento fieristico di moda di Milano White la sfilata di Fabio Quaranta che ha presentato la collezione primavera/estate 2014 da lui realizzata in cui ha brillato ed è stata felicemente concretizzata l’ idea di democratizzazione dell’ eleganza maschile, considerando la sfilata e le creazioni. C’è un ritorno al paradigma affermato ieri da Vivienne Westwood inerente il ricco che doveva sembrare povero e il povero che doveva sembrare ricco, una idea rivoluzionaria che rivive nella creatività di Fabio Quaranta. Una eleganza pensante di cui sono portatori i modelli di cui si è avvalso per la sfilata, creativi, artisti, più o meno giovani all’ insegna di un insolito fascino e dell’ unicità quali gli artisti Zaelia Bishop, Emiliano Maggi, il fotografo Angelo Cricchi e molti altri, la quale celebra le asimmetrie della bellezza, sovverte l’ idea di bellezza del mainstream e dimostra che un capo ben fatto può essere indossato da chiunque.

Una armonia tra il mondo delle idee, il progetto ed il suo risultato: outfits all’ insegna della decostruzione, fluidità e del comfort che evocano le divise indossate dalla classe operaia del Giappone – operai, imbianchini, muratori -, stato in cui esiste un grande, solenne concetto e una semiotica di dignità ed eleganza; le tute, un leitmotiv di Fabio, presentate anche in versione femminile di colore bianco come anche un fluido, minimale completo e una palette di colori che include blu avio, ocra, verde, grigio, rosso, nero e bianco. Una sfilata, un racconto che non è facilmente comprensibile – o meglio, come immagino, sia stato frainteso, considerando il “background culturale” contemporaneo esistente dentro e fuori l’ ambito della moda – che celebro.


















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