
Lightness, poetry, irony, color, this is the magic alchemy embodied in the marvelous creations by the bright Rome fashion designer Livia Risi – daughter of filmmaker Claudio Risi and nephew of one the fathers of Italian Neorealism, Dino Risi, who has studied at the renowned Rome Fashion and Costume Academy – that successfully make concrete the paradigm of wearability. In fact the creations she made, showcased at her awesome atelier, which is placed in via dei Vascellari 37, in the sparkling area of Trastevere, fit with different silhouettes, talk about uniqueness, exclusivity and depict a new dandyism. It’s a genuine experience to visit the atelier of Livia (where I will come back soon). Here, little, big details, cloths, accessories and furniture tell about the creative and her work. Livia is an untiring and eager worker, despite her ironic nickname, “Ciumachella” standing in the Rome slang as “little snail” as well as “beautiful girl” in the Rome, given by a friend from Trastevere, which reminds the folk song “Ciumachella de’ Trastevere” featuring in the comedy “Rugantino” by Garinei and Giovannini – made famous by Lando Fiorini and Claudio Villa during the Sixties – and is also impressed in a series of t-shirts she created. It’s an unique aesthetics, which is under the sign of an incisive, refined and mellow femininity and a whispered elegance made of coherence, harmony of signs and visions, morphing dresses, shirt-dresses and other creations being genuine passe-partout and tracking the coordinates of a timeless style.
LIVIA RISI: LEVITÀ, POESIA E IRONIA, LE COORDINATE DI UNO STILE SENZA TEMPO

Levità, poesia, ironia, colore, questa la magica alchimia racchiusa nelle meravigliose creazioni della brillante fashion designer romana Livia Risi – figlia del regista Marco Risi e nipote di uno dei padri del neorealismo cinematografico Dino Risi, la quale si è formata presso la rinomata Accademia di Costume e Moda di Roma – che concretizzano felicemente il paradigma della vestibilità. Le sue creazioni, esposte nel suo fantastico atelier ubicato in via dei Vascellari 37, nella fervente area di Trastevere si adattano infatti a varie silhouette, parlano di unicità, esclusività e dipingono un nuovo dandyismo. Visitare l’atelier di Livia (in cui presto ritornerò) è un’ autentica esperienza. Ivi piccoli grandi dettagli, stoffe, accessori, disegni e arredi raccontano la creativa e del suo lavoro. Livia è una lavoratrice indefessa e alacre, contrariamente al suo ironico soprannome, “Ciumachella” ovvero “lumachina” come anche “bella fanciulla” in romanesco, dato a lei da un amico di Trastevere che richiama alla mente la canzone popolare “Ciumachella de’ Trastevere”, tratta dalla commedia “Rugantino” di Garinei e Giovannini – resa famosa negli anni ’60 da Lando Fiorini e Claudio Villa – ed è anche impresso in una serie di t-shirt da lei create. Un’ estetica unica, all’ insegna di una femminilità incisiva, raffinata e suadente e di un’ eleganza sussurrata fatta di coerenza armonia di segni e visioni, abiti trasformabili, chemisier e altre creazioni che sono autentici passè-partout e tracciano le coordinate di uno stile senza tempo.































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